Pieve di Santa Maria a Scò

Situata in cima al paese. Chi percorre la strada dei Sette Ponti si trova davanti il Sacro Edificio con le tre absidi e lo snello campanile.
Indirizzo Viale Marconi, 52026 Pian di Scò AR, Italia
Orari di apertura Sempre aperto
Punti di contatto
Cap 52026
Modalità di accesso

Presenza di scale, presenza di rampa

L'accesso è gratuito

La Chiesa di S. Maria a Pian di Scò è situata in cima al paese. Chi percorre la strada dei Sette Ponti si trova davanti il Sacro Edificio con le tre absidi e lo snello campanile. L’imponente Pieve di Scò volge le spalle alla strada principale. Uno sguardo rapido ci fa comprendere che da poco tempo è stata restaurata e dopo il restauro si leggono bene i vari interventi dell’uomo e le vicende subite dal monumento.

Questa antica Pieve ha una grande storia. Sebbene si ignori l’anno preciso della sua fondazione tuttavia dall’insieme della sua architettura possiamo supporre che sia sorta verso l’anno mille. Il primo documento nel quale viene ricordata risale al 12 marzo 1008. In quell’anno viene nominata in una donazione fatta dalla famiglia dei nobili Ubertini in favore dell’Abbazia di Santa Trinita in Alpe.
In un altro documento si ricordano alcuni terreni situati nel piviere di Pian di Scò donati alla chiesa di Gastra. Alcuni storici pensavano che questa Píeve appartenesse e dipendesse dalla Sede Apostolica, ma i documenti emanati dai Pontefici Pasquale II (1103), Innocenzo II (1134) e Anastasio IV (1153) confermavano ai vescovi di Fiesole la giurisdizione su questa chiesa. Il piviere di Pian di Scò era nel 1259 abbastanza esteso. Dipendevano da questa chiesa madre battesimale le chiese di S. Maria e Michele a Facila la Badia di S. Salvatore a Soffena S. Andrea a Pulicciano; S. Miniato a Scò, S. Donato a Menzano; S. Bartolomeo a Gastra; S Donato a Certignano; S. Tommaso a Soffena; S. Matteo a Caspri; S. Gaudenzio; S. Michele detto di sotto; S. Stefano di Simonti; S. Iacopo di Montecarelli. Nella visita pastorale fatta nel 1466 dal vescovo di Fiesole mons. l Lonardo Salutati, si apprende che tre cappellani aiutavano il Pievano di Scò nel servizio della sua chiesa. Dal piviere di S. Maria a Scò in seguito si staccarono: S. Tommaso a Soffena che divenne la Pieve di Castelfranco di Sopra e alla quale furono aggregate le chiese di S. Matteo a Caspri e S. Donato a Certignano; S. Matteo a Facila; S. Miniato a Scò, S. Stefano a Simonti e la Badia di Soffena.

La Chiesa di S. Maria a Scò si presenta maestosa e decorosa. la facciata è formata da cinque archi con lunghe lesene che corrono parallele fino alla base. Due finestre laterali danno luce all’edificio, Nell’arco di centro si legge la scritta “Liberac collationis”. Una vecchia foto ci mostra questa facciata, schiacciata ed appiattita; ora, liberata dal terrapieno antistante, ha riacquistato lo slancio primitivo. L’interno è riposante e pulito in tutta la sua struttura architettonica. La luce flebile che filtra dalle bifore ne accentua la sacralità e la mistica sobrietà. le capriate robuste del tetto danno un senso di sicurezza e compiutezza. Nel tempio si leggono due interventi: la parte presbiteriale con i primi tre pilastri ha un pietrame più piccolo e una lavorazione più rozza ed arcaica al contrario le prime tre colonne all’inizio della chiesa hanno un capitello ben lavorato e le pareti con un bozzato più rifinito. La prima impressione può trarre in inganno facendo datare le parti del presbiterio e i pilastri come più antichi di tutta la costruzione; mentre come ci assicura l’Arch. Guido Morozzi, intelligente realizzatore del restauro, la parte più antica dell’impianto originario è quella anteriore della chiesa. Questo fatto è forse strano ed unico, infatti in Casentino le antiche pievi sono crollate tutte sul davanti e le facciate furono ricostruite in epoche posteriori.

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